Quando si analizzano i dettagli di un piano di ammortamento, come per esempio un mutuo, è necessario considerare le peculiarità del tasso. Per questo motivo è utile approfondire la definizione di tasso di interesse reale.
Tasso di interesse reale definizione: tutto quello che devi sapere
Entriamo nel vivo della questione tasso di interesse reale fornendo una definizione. Di cosa parliamo quando nominiamo il tasso d’interesse reale? Del tasso vigente in un determinato contesto economico, calcolato al netto dell’inflazione quindi tenendo conto delle variazioni generali dei prezzi.
Il tasso di interesse reale si può calcolare con una formula che prevede come punto di partenza il tasso nominale, ossia un valore che indica il costo teorico a carico di chi prende in prestito una determinata somma di denaro, con l’obiettivo di utilizzarla per un prestito personale o per un mutuo finalizzato all’acquisto di una casa.
Come si calcola il tasso di interesse reale?
Per calcolare il tasso interesse reale è necessario basarsi su una formula che, come già ricordato, tiene conto del tasso di interesse nominale come valore di partenza, al quale deve essere sottratto il tasso d’inflazione vigente.
La formula utile al calcolo del tasso di interesse reale è quindi la seguente: tasso di interesse reale = tasso di interesse sul debito – tasso d’inflazione. Fondamentale è ricordare che si tratta di un calcolo basilare, dal momento che quello corretto e completo è più complesso e prevede il confronto tra due operazioni, per la precisione un’addizione e un quoziente.
Tasso d’interesse reale: un esempio di calcolo
Per avere un’idea concreta del tasso di interesse reale è utile fare un esempio specifico, ipotizzando la presenza di un tasso nominale pari al 5% e di un tasso d’inflazione corrispondente invece al 3%.
Basandosi sulla prima formula specificata si avrebbe un tasso reale pari al 2%, mentre quella più complessa porterebbe a un risultato dell’1,94%.
Il tasso di interesse reale può essere negativo?
Analizzare le peculiarità dei termini finanziari significa tenere in conto un fatto, ossia che il tasso interesse reale possa essere negativo. Questa eventualità è possibile e si verifica per la precisione quando il tasso di interesse nominale permane su valori bassi e il tasso di inflazione sale.
Cosa succede in questi casi? Che ci si trova davanti a una situazione che riguarda soprattutto chi incassa una determinata quantità di denaro ed è convinto di incamerare una determinata cifra, che risulta invece molto diversa se si tiene conto dell’inflazione.
Il tasso di interesse negativo è quindi una condizione particolarmente sfavorevole soprattutto per chi presta, mentre chi richiede denaro ha solo dei vantaggi dal momento che a fine anno si trova comunque con meno interessi da pagare.
Concludiamo ricordando che in Italia la gestione dei tassi di interesse reali è cambiata radicalmente nel 1997, quando il Tesoro ha iniziato a emettere obbligazioni indicizzate all’inflazione.