In materia di prestiti, in questo caso la cessione del quinto per insegnanti, dal mese di maggio 2017 vi sono delle importanti novità per tutti coloro che appartengono all’ambito scolastico. Vediamo di cosa si tratta.
Le novità nel settore prevedono che possono essere effettuati dei prestiti con somme inferiori a 15 mila euro con tassi di interessi effettivi globali pari all’11,58%, mentre nel caso in cui venga richiesto un prestito con una somma di denaro che sia superiore alla cifra di 15 mila euro allora il tasso di interesse in questo caso sarà minore, pari al 9,42%.
Perché chiedere un prestito?
Oggi giorno ci si trova sempre più spesso in difficoltà economica; ciò fa si che un soggetto debba richiedere una forma di prestito, piccolo o ingente che sia, per poter risolvere il problema. Di fatti numerose sono le spese che ci si trova ad affrontare giorno dopo giorno e allora perché non chiedere un finanziamento?
Si sa, arrivati a tali decisione è irrilevante il motivo per cui lo si chiede, è fondamentale invece affidarsi ad un prestito affidabile, certo e che possa donare delle garanzie a chi ne ha bisogno in quel momento, traendone vere e proprie condizioni vantaggiose.
La cessione del quinto
Prima di richiedere un prestito è bene valutare una serie di opzioni, tra queste la categoria lavorativa a cui si appartiene e i vantaggi che si ottengono da una forma di prestito rispetto ad un’altra, ad esempio nel caso specifico degli insegnanti.
Ad esempio una delle forme maggiormente utilizzate è la cessione del quinto dello stipendio. Si tratta di una forma di prestito prettamente personale che una volta concesso viene poi restituito all’ente erogatore mediante una rata che viene trattenuta sulla pensione o direttamente sulla busta paga a seconda dell’attività lavorativa del debitore.
Si chiama così perché la rata prelevata non potrà superare un quinto dello stipendio di chi ne fa richiesta, tutto ciò ovviamente per legge. Molte volte ci si chiede perché ricorrere a questa forma di prestito e non ad un prestito classico?
Una volta stipulato un contratto la trattenuta della rata avviene in automatico dallo stipendio, l’INPS o l’ente per cui si lavora pagherà direttamente l’importo alla banca interessata. Nel caso di un semplice prestito dovrà essere il diretto interessato a provvedere mensilmente all’effettuazione del pagamento mediante una modalità prescelta durante la fase del contratto con l’ente erogatore.
La cessione del quinto per i docenti
Questa forma di prestito risulta essere una delle modalità di finanziamento migliori per quanto riguarda la categoria degli insegnanti. Infatti questa forma può essere richiesta non soltanto dagli insegnanti ma anche da coloro che lavora nell’ambito della pubblica istruzione, come il personale ATA, gli impiegati nell’amministrazione e i collaboratori nell’ambito della scuola.
La cessione del quinto è concessa in particolar modo agli insegnanti, in quanto dipendenti pubblici sono in grado di garantire mensilmente il rimborso della rata all’ente erogatore avendo una certezza lavorativa. Questa tipologia di prestito viene rimborsata da parte del Ministero della pubblica istruzione, essendone gli insegnanti dipendenti.
Come avviene la cessione del quinto
Per capire se conviene o meno fare una tale richiesta di prestito è bene conoscere quali sono i vantaggi e gli svantaggi. Innanzitutto se si intente fare questa richiesta di prestito è bene informarsi su quali sono gli enti accreditati direttamente con la Banca D’Italia che potrà concedervi il finanziamento.
Il denaro verrà restituito mensilmente sotto forma di rata, mediante la detrazione della quota direttamente dalla pensione o dallo stipendio, seguendo una legge fondamentale che prevede che la rata non possa superare il quinto dello stipendio, vale a dire il 20%.
Inoltre la cessione del quinto dovrà essere suddiviso in un numero minimo di 24 rate e massimo di 120; la durata dell’ammortamento massima è di 10 anni. In questo caso specifico sarà il ministero della pubblica istruzione a effettuare per tutto il tempo necessario le trattenute dallo stipendio per rimborsare l’importo all’ente erogatore.