La cessione del quinto è una tipologia di prestito molto diffusa oggi e molto ben vista dagli istituti di credito. A volte però, può anche capitare di doverla rinegoziare e vedremo come è possibile farlo.
Come rinegoziare la cessione del quinto
Rinegoziare tale tipologia di finanziamento è possibile, ed è una formula anche molto vantaggiosa. Permette infatti al cliente, di vedersi erogata una ulteriore somma di denaro
- senza ricorrere ad un nuovo prestito;
- senza aspettare il totale rimborso della cessione del quinto già in essere.
Tempo minimo per richiedere la rinegoziazione
Per richiedere la rinegoziazione bisogna soddisfare un requisito fondamentale. Questa cioè, può essere effettuata solo dopo aver rimborsato almeno il 40% del prestito in essere.
Rendiamo più chiaro il tutto con un esempio pratico. Se il prestito in essere ha una durata di 120 rate, la rinegoziazione della cessione del quinto può essere richiesta solo dopo il pagamento della 48esima rata.
Le nuove condizioni contrattuali
Rinegoziare la cessione del quinto comporta anche nuove condizioni contrattuali del prestito con nuovi tassi di interesse e prima ancora ulteriori verifiche per l’approvazione della pratica.
Per il cliente è consigliabile prima di firmare il nuovo contratto, di prendere visione delle nuove condizioni, così da decidere con calma se la rinegoziazione risulta davvero conveniente per le proprie esigenze.
Quando non si può rinegoziare
Come accennato nei paragrafi precedenti non si può rinegoziare la cessione del quinto se prima non si è rimborsato il 40% del prestito già in essere. Ma questo non è l’unico requisito che può indurre l’istituto di credito a non concedere il prestito.
Infatti si procederà a nuove verifiche per l’approvazione della richiesta e si andrà ad analizzare la situazione lavorativa del datore di lavoro. Se questa è cambiata in peggio dalla data in cui è stato stipulato il contratto del prestito attivo, l’istituto di credito con molta probabilità potrebbe decidere di rigettare la proposta di rinegoziazione.
Come funziona la rinegoziazione
Accettata la proposta da parte dell’istituto di credito, si passa alla parte pratica della rinegoziazione, che si divide in due fasi.
- La chiusura della cessione del quinto precedente.
- L’apertura della nuova cessione con conseguente nuova erogazione di liquidità per il cliente.
Queste due fasi sono obbligatorie, perché per rinegoziare la cessione del quinto bisognerà prima chiudere il prestito attivo e rimborsando la somma rimanente, e poi aprirne uno nuovo.
La somma rimanente verrà detratta dalla nuova liquidità ed il rimanente verrà erogato al cliente.
La documentazione da presentare
Occorre presentare nuovamente i documenti per la richiesta. Quindi il cliente deve munirsi di:
- busta paga e certificato di stipendio (lavoratore dipendente);
- cedolino della pensione e quota cedibile (pensionato).
Cambiare istituto di credito è possibile
Non è obbligatorio rivolgersi all’istituto di credito con il quale si è stipulato il contratto per la prima cessione del quinto.
Il cliente può rivolgersi anche ad un nuovo istituto senza alcun problema. Quest’ultimo si prenderà l’incarico di gestire il passaggio della pratica dal precedente istituto di credito.
Quindi il cliente non avrà alcuna incombenza per quanto riguarda il trasferimento.
Conclusioni
Rinegoziare la cessione del quinto come abbiamo spiegato in questa guida è una procedura molto semplice e fattibile in pochissimo tempo. Basta essere in possesso dei requisiti necessari e l’istituto di credito non avrà nulla in contrario ad accettare la richiesta presentata. Questo se fino a quel momento il rimborso del prestito attivo è sempre stato puntuale.
Va inoltre ricordato che la cessione del quinto è una tipologia di prestito che può essere utilizzata anche dai protestati e da coloro che sono segnalati nel Registro del Crif come cattivi pagatori.
Quindi per molti lavoratori dipendenti e pensionati, questa diventa l’unica tipologia di prestito possibile. La somma di denaro erogata nel tempo può anche essere rinegoziata.
Si aggiungono così nuove liquidità a quelle di cui si è già beneficiato in passato.